Eccoci di nuovo a parlare di serenità, di una vita diversa, di una possibilità per il mollo tutto e mi trasferisco ai Caraibi. Ma non è solo un pensiero di persone che non ce la fanno più con la routine giornaliera, è una solida possibilità per il cambio vita che cercate.
Siamo nel bel mezzo di una settimana che si trascina tra mille polemiche dovute alle dimissioni papali, una feroce guerra elettorale che , come al solito, non porterà a nulla di nuovo e soprattutto a nulla di buono, si prepara un biennio che porterà l’Italia ai livelli della Grecia dove, notizie web di oggi, si parla di assalti ai supermercati e pestaggi nelle università; personaggi che muovono il mondo, Obama in primis che sono scomparsi dalle prime pagine da tempo, assenza che non fà presagire niente di buono; e mille altre notizie o pensieri simili.
In tutto questo balilamme di notizie ci siamo noi che viviamo all’altro capo del mondo e ascoltiamo il tutto dai mass media carpendo le news come immersi in un mondo ovattato: qua si parla di chavez che non sta bene , di un cambio del bolivares con una svalutazione del 46% sul dollaro decisa dal Governo e poco più. Il resto è, come al solito, una boccata di ossigeno, di vita pura, di realtà solida ; è finito ieri il Carnevale e si parla già della prossima Semana Santa dove l’isola sarà una bolgia di colori, musica, gente in vacanza.
Non riesco a spiegare bene, come europeo, il modo di affrontare la vita di questa gente ma è gente che sorride, viaggia, compra, gode la vita e pensa a stare bene non a difendersi da quello o quell’altro problema. Anche esagerando nei festeggiamenti a volte , ma viverci nel mezzo ti porta a pensare al più e non al meno.
Il tempo aiuta certamente, sono le 2,30 di notte e sono su una terrazza davanti all’ocenao in maniche corte e ciabatte, ma andare a letto con la serenità che domani il problema sarà quello di trovare qualche biglietto a prezzo giusto per i nostri clienti, organizzare la giornata al mare dei turisti, la cena che abbiamo programmato con il nostro gruppo per domani sera, fà la differenza sostanziale tra vivere in serenità e lottare per vivere.
Ho passato la serata con due amici, venuti qua per turismo e, innamorati dell’isola, pensano adesso ad un futuro diverso da quello che avevano programmato; il tutto all’insegna del cosa facciamo , del cosa faremo, mai del cosa non possiamo fare. La differenza è tutta qua. Come leggere quotidianamente un libro che ti insegna ad essere ottimista, ad essere produttivo, a credere nel futuro.
I clienti che arrivano dall’Italia , stanchi del viaggio, stanchi delle preoccupazioni , si sdraiano sul lettino del mare e raccontano come se fossero su quello dello psicologo: depressione, voglia di mollare, preoccupazione nel futuro, sfiducia nella classe politica ( e come dargli torto), voglia di mollare tutto e venire da noi; la domanda è sempre la solita: cosa potrei fare qua per vivere?
Vivere! questo potresti fare, non sopravvivere! Torno a ripetere che mentre fate i conti del più e meno non dimenticate questi piccoli particolari: benzina 1 centesimo al litro, elettricità di una abitazione 4 euro al mese, riscaldamento inesistente, spese di abbigliamento invernale non pervenute, spesa per manngiare di una famiglia di 4 persone 70 euro a settimana, le multe non esistono, equitalia non sanno che sia, il postino non c’è proprio, canone tv non esiste, telefono fisso a costi di 3 euro mese, cellulare con piano internet etc. 5 euro mese, e chi più ne ha più ne metta. Ma realtà assoluta.
Il turista, sempre più interessato, ci chiede di ospedali, scuole, sicurezza. le risposte sono sempre le solite e la cosa diventa un botta e risposta sempre più interessante e coinvolgente.
Non sappiamo più se confermare o mettere dei paletti per non cadere nella tentazione di apparire faciloni , ma la realtà è sempre più sotto gli occhi di tutti: una terra difficile, controversa, lontana anni luce dalle nostre abitudini e convinzioni ma tremendamente da vivere e non sopravvivere. Mentre vediamo la luce negli occhi che poco prima erano spenti dei nostri clienti una leggera malinconia e una profonda nostalgia per quello che era e che forse irrimediabilmente non c’è più: povera Italia!
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